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«Die Woche auf Lesbos letzten Juli fing so gut an: Das Hotel war schön gelegen, und die Leute im Seminar fand ich alle sehr interessant. Ich wollte dort mehr über das Phänomen Engel erfahren. Am Ende des dritten Seminartags fühlte sich mein Rücken seltsam an. Es wurde schlimmer, als ich zu Bett ging. Mitten in der Nacht erwachte ich schliesslich an einem furchtbaren Schmerz. Drehte ich mich ein wenig zur Seite, fühlte es sich an, als ob ich mich in Messer legen würde. Ich konnte nicht mehr aufstehen. Um aus dem Bett zu kommen, musste ich mich mit den Knien auf den Boden fallen lassen. Bis ich mich einigermassen aufgerichtet hatte, dauerte es eine Viertelstunde. Ich hatte grosse Angst und rief die Kursleiterin an. Sofort wurde eine Physiotherapeutin organisiert, die meinte, dass es nicht gut aussehe. Auch ein lokaler Arzt wurde aufgeboten, der mir ein Muskelrelaxans spritzte und sagte, ich müsse ins Spital. Wenn das wirklich nötig war, dann wollte ich das aber nur in der Schweiz. Als die Physiotherapeutin ein zweites Mal vorbeikam und feststellte, dass es mir trotz aller Bemühungen schlechter ging, war sie sehr besorgt. Jede Bewegung war kraftraubend und schmerzhaft. Um möglichst wenig aufstehen zu müssen, ass und trank ich kaum noch etwas. Meist kroch ich auf Knien ins Bad. Im Bett hielt ich es nur mit hochgelegten Beinen aus. Am Sonntag rief die Reiseleitung die Notrufzentrale von Helsana an. Deren Mitarbeiter sprachen mit dem griechischen Arzt und kontaktierten auch mich. Eine Ärztin wollte wissen, wie es mir gehe und ob ich einen regulären Rückflug antreten könne. Ich sagte ihr, das sei nicht möglich. Als am Montag der Anruf kam, dass man mich am nächsten Tag abholen werde, habe ich vor Erleichterung geweint. Auf normalem Weg hätte ich nie zurückreisen können. Das Team der Rega holte mich am Dienstagvormittag mit zwei Autos ab. Ein Krankenwagen war nicht aufzutreiben gewesen. Als Erstes wurde mir etwas gespritzt, das die Rega-Helfer als «Wundermittel» bezeichneten.
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«La settimana sull’isola di Lesbo lo scorso luglio era cominciata così bene: l’albergo era ben situato e le persone che partecipavano al seminario erano molto interessanti. Volevo saperne di più sul fenomeno degli angeli. Alla fine del terzo giorno di seminario avevo una sensazione strana nella schiena. Una volta a letto, la situazione è peggiorata. Poi, nel mezzo della notte, mi sono svegliata con un dolore terribile. Se mi giravo sul fianco, mi sembrava di sdraiarmi su un coltello affilato. Non riuscivo più ad alzarmi. Per uscire dal letto ho dovuto lasciarmi cadere in ginocchio sul pavimento. C’è voluto un quarto d’ora fino a che sono riuscita in qualche modo a mettermi in piedi. Avevo una gran paura e ho chiamato la direttrice del corso. È stata fatta venire subito una fisioterapista che ha detto che la situazione non si presentava bene. È stato quindi chiamato anche un medico locale che mi ha iniettato un rilassante muscolare e ha detto che dovevo andare in ospedale. Se questo era proprio necessario, allora volevo ricoverarmi solo in Svizzera. Quando la fisioterapista è venuta una seconda volta constatando che nonostante tutto stavo sempre peggio si è molto preoccupata. Ogni movimento era molto faticoso e doloroso. Per alzarmi il meno possibile quasi non mangiavo né bevevo più. Il più delle volte per andare in bagno strisciavo sulle ginocchia. Nel letto resistevo solo con le gambe alzate. La domenica la direzione del viaggio ha chiamato la centrale per le chiamate d’emergenza di Helsana. I suoi incaricati hanno parlato con il medico greco e hanno contattato anche me. Un medico voleva sapere come mi sentivo e se potevo affrontare un volo normale. Le ho detto che non era possibile. Quando il lunedì successivo è giunta la chiamata per dirmi che sarebbero venuti a prendermi il giorno dopo, ho pianto di sollievo. Non avrei mai potuto fare il viaggio di rientro in modo normale. Il team della Rega è venuto a prendermi il giorno dopo con due automobili. Non era stato possibile trovare un’autoambulanza. Per prima cosa mi hanno iniettato qualcosa che gli infermieri della Rega hanno definito come «sostanza magica» e che ha fatto effetto in maniera rapida ed efficace. Avrei potuto baciarli per questo. Con le gambe stese sul cruscotto ho sopportato il tragitto di un’ora fino all’aeroporto. Siamo andati direttamente nel jet, che è subito partito.
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